Bianca Guidetti Serra (Torino, 19 agosto 1919 – Torino, 24 giugno 2014)
Bianca Guidetti Serra – che del Centro studi Piero Gobetti è stata socio fondatore nel 1961 e presidente dal 1994 al 2002 – è figura esemplare, nella storia non solo della nostra città, di un impegno civile e politico che ha saputo coniugare con il ruolo di avvocato generosamente al servizio dei più deboli nel lungo esercizio della professione (1947-2001). Laureata in Giurisprudenza nel luglio 1943, fu fra le prime donne penaliste in Italia.
Nata e vissuta a Torino, maturò la sua consapevolezza politica e la scelta antifascista all’epoca delle leggi razziali del 1938, nell’incontro con un gruppo di giovani ebrei fra cui Primo Levi, con cui mantenne fino all’ultimo un legame di profonda amicizia, e Alberto Salmoni, che divenne suo marito nel maggio 1945. Durante gli studi universitari, in seguito alla prematura morte del padre, lavorò per l’Unione industriale come assistente sociale presso le fabbriche di Torino e provincia, e fu per lei la scoperta della condizione operaia. Partecipò alla Resistenza nelle file del Pci, dopo un contatto casuale ai cancelli di Lingotto durante gli scioperi del ’43, con un ruolo di promotrice dei «Gruppi di difesa della donna» (rete clandestina femminile espressione del Cln), cui collaborava anche Ada Gobetti per il Partito d’Azione. Fu in quel periodo che si consolidò con lei un’altra grande amicizia destinata a durare tutta la vita.
Nell’immediato dopoguerra ricoprì vari incarichi presso la Camera del Lavoro torinese, nel Consiglio direttivo, nell’Ufficio legale e come responsabile della Commissione femminile. Quando si impose la scelta cruciale fra il ruolo di funzionario nell’apparato sindacale e l’attività di avvocato, optò per l’autonomia della libera professione, continuando a difendere in questa veste, a fianco del sindacato, il mondo del lavoro e i suoi diritti. Oltre alle cause di lavoro, in cui ottenne una delle prime sentenze per la parità salariale fra uomini e donne, nel suo studio si apriva ai campi più ampi del diritto penale, civile e di famiglia, perseguendo un costante appello, dentro e fuori dalle aule giudiziarie, ai principi costituzionali rimasti a lungo inattuati.
Una svolta decisiva nella sua vita fu segnata dalla rottura con il Pci nel 1956, dopo l’intervento sovietico in Ungheria. Molto dolorosa sul piano personale, per l’isolamento subito in quella che era stata anche una comunità di affetti, la lezione che ne trasse fu di non aderire più a nessun partito per fare del suo impegno professionale una militanza al servizio delle stesse cause in cui aveva sempre creduto, dalla parte degli ultimi e dei diritti negati. Con associazioni (Anfaa, Uces) create insieme a Francesco Santanera si batté a tutela dei diritti dell’infanzia, per una riforma della legge sulle adozioni e in difesa dei minori internati e maltrattati negli istituti, con processi clamorosi che ebbero importanti sviluppi nel sancirne la definitiva chiusura. Non mancò mai il suo sostegno a operai e studenti in lotta, carcerati, obiettori di coscienza, braccianti del Sud, nei tribunali di ogni parte d’Italia. Fece parte, come giurista, di varie missioni internazionali: per due volte a Madrid, nella Spagna franchista, in sostegno delle detenute politiche (1959) e delle Comisiones obreras (1973); nel 1979 in Paraguay per il caso di un desaparecido argentino. Tra i grandi casi giudiziari di cui fu protagonista, ricordiamo quello delle schedature Fiat e il difficile esercizio della difesa d’ufficio nel processo al nucleo storico delle Br (1976-78). Fu promotrice delle prime battaglie giudiziarie a tutela della salute in fabbrica e contro l’inquinamento ambientale, nei casi che misero sotto accusa l’Ipca di Ciriè (1972-77) e l’Eternit di Casale (1983-94).
Sempre eletta come indipendente in liste di sinistra, è stata consigliera comunale a Torino (1985-87; 1990-99) e deputata al Parlamento (1987-90), dove presentò, quale prima firmataria, la legge di messa al bando dell’amianto, continuando in entrambi i ruoli istituzionali a occuparsi di giustizia e ingiustizie sociali. A compimento dell’impegno di una vita nel segno della pratica del diritto come terreno per l’allargamento dei diritti.
Tra le pubblicazioni di Bianca Guidetti Serra: Il paese dei celestini (con Francesco Santanera, Einaudi, Torino 1973); Compagne (Einaudi, Torino 1977); Le schedature Fiat (Rosenberg & Sellier, Torino 1984); Storie di giustizia, ingiustizia e galera (Linea d’ombra, Milano 1994); Bianca la rossa (con Santina Mobiglia, Einaudi, Torino 2009).
A cura di Santina Mobiglia