«Non doveva essere soltanto un museo o un archivio ma avrebbe dovuto costituire un luogo ideale per incontri, riunioni, piccoli gruppi di studio e di ricerca. Dedicato ai giovani, ci attendiamo che essi vi diano impulso, non solo come frequentatori, ma anchecome collaboratori e promotori di nuove iniziative»(N. Bobbio)
LA NOSTRA STORIA :
dalla casa di Piero e Ada Gobetti a oggi
Sono quasi 100 gli anni di storia stratificati tra le mura di via Fabro 6.
Il racconto di Casa Gobetti inizia nel 1924, quando Piero e Ada Gobetti acquistarono l’appartamento. Via Fabro 6 è il luogo in cui Gobetti trascorse gli ultimi momenti della sua vita prima della partenza per l’esilio parigino (3 febbraio 1926) e in cui nacque il figlio Paolo (28 dicembre 1925). Fra il 1943 e il 1945, diventa uno dei punti di riferimento dell'antifascismo torinese e una delle sedi clandestine del Partito d'Azione. Nel febbraio 1961 viene trasformata nella sede del Centro studi Piero Gobetti, per iniziativa della moglie Ada Prospero, del figlio Paolo, della nuora Carla e di alcuni amici di Piero, tra i quali Felice Casorati, Giulio Einaudi, Alessandro Passerin d'Entrevès e Franco Venturi. Fin dal quel primo anno di vita - dopo aver ricreato con i mobili, le attrezzature, i materiali documentari messi a disposizione dalla famiglia l’ambiente di lavoro di Piero Gobetti – iniziarono lavori di sistemazione degli spazi per renderli funzionali e in grado di rispondere alle esigenze degli studiosi, dei ricercatori e dei giovani che frequentavano il Centro. Nel febbraio 1966, in occasione del 40° anniversario della morte di Piero Gobetti, il Comune di Torino pose sulla facciata della casa la lapide commemorativa dettata da Franco Antonicelli, che fu scoperta alla presenza di Ferruccio Parri.
Nel gennaio del 1972 un decreto del Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat ne ha riconosciuto la personalità giuridica e ne ha approvato lo Statuto.
Definita da tutto il gruppo di amici "casa e biblioteca", via Fabro (e con essa il Centro Gobetti) ha assunto fin dall’inizio una doppia natura: da un lato “casa”, intesa come spazio fisico, architettonico, comunità e appartenenza; dall’altro “biblioteca” (e archivio), nel senso di centro di promozione e conservazione della cultura. Con la sua attività il Centro studi ha trasformato la casa di Gobetti in uno spazio aperto agli studiosi, ai giovani e alla ricerca. Da allora, il Centro studi - con continui e costanti riadattamenti per rispondere alle inevitabili trasformazioni storiche e sociali – offre servizi al pubblico, promuove la lettura, divulga cultura, forma studenti e valorizza il proprio patrimonio contaminando linguaggi (dalle lezioni alle attività espositive, dai seminari alla musica, alle performance).