Il calcolo del tempo

di Gabriella Morabito


L’editoriale di Pietro Polito può essere accostato al libro di Zadie Smith, Intimatine, scritto nel periodo del Covid, una riflessione sull'uso esistenziale del tempo. Vorrei citare due brani tratti dalla recensione al volume scritta da Maria Popova, Creatività ai tempi del COVID: Zadie Smith su scrittura, amore e ciò che echeggia nel corridoio del tempo improvvisamente svuotato di abitudini, apparsa sulla rivista “Brainpickings”.

Sembra che ne conseguirebbe che gli scrittori - così familiari con il tempo vuoto e con l'essere soli - dovrebbero gestire questa situazione meglio della maggior parte degli altri. Invece, nella prima settimana ho scoperto quanto della mia vecchia vita riguardava il nascondersi dalla vita. Di fronte al problema della vita regolata in modo ordinato, senza distrazioni, ornamenti o sovrastrutture, non avevo quasi idea di cosa farne. Tornata al box, ho definito il significato creando le privazioni artificiali - tempo, il tipo di solito fornito alle persone dai limiti reali del loro vero lavoro. Cose come "un posto fisso dove essere alle nove del mattino ogni mattina" o un "capo che ti dice cosa fare". In assenza di questi elementi fissi, inventerei cose difficili da fare o da cui astenersi. Limiti artificiali e così via. Correre è quello che so. La scrittura è ciò che so. Concepire i programmi autoimplementati: giornata di insegnamento, giornata di lettura, giornata di scrittura, la ripetizione. Che idea secca, triste, di una vita piccola. E come sembra svelato, ora che le persone che amo sono nella stessa stanza a testimoniare il modo in cui guardo il tempo. Il modo in cui l'ho fatto per tutta la vita.

Non riesco a liberarmi della necessità di fare "qualcosa, "Per fare" qualcosa ", per sentire che questa nuova distesa di tempo non è stata" sprecata ". Tuttavia, è bello avere compagnia. Guardando questo desiderio maniacale di creare o crescere o fare "qualcosa", che ora sembra consumare tutti, mi sento confortato nello scoprire che non sono l'unica persona su questa terra che non ha idea di cosa sia la vita, né di cosa sia da fare con tutto questo tempo oltre a riempirlo.

Il libro di confronta con le nostre personali esperienze nella pandemia: il calcolo del tempo, la sua velocità, e l’ansia di attività che in alcuni casi privilegia la quantità di produzione artificiosa sulla necessaria creatività (Mary Shelley).

L’affanno temporale deriva dalla trasformazione del tempo in un bene individuale quello che può essere solo un bene pubblico.

Centro studi Piero Gobetti

Via Antonio Fabro, 6
10122 Torino
c.f 80085610014
 
Tel. +39 011 531429
Mail. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Pec. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Iscriviti alla Newsletter

Inserisci la tua mail e sarai sempre
aggiornato sulle nostre attività!