Bianca Guidetti Serra

di Veronica Budini


Siamo qui a parlare di Un’altra Italia e nello specifico a porci questa domanda: come può Bianca Guidetti Serra essere di ispirazione per i giovani e le giovani di oggi? Pietro Polito risponde proponendoci una breve e densa riflessione sulla figura di Bianca Guidetti Serra. Politica, partigiana, avvocatessa che ha vissuto tutta la sua lunga vita al servizio del popolo, dal 1956 in poi fuori dal partito, sempre lottando per i diritti delle donne come di tutti i cittadini soprattutto dei più deboli. 

Bianca Guidetti Serra ha affrontato nella sua vita circostanze delicate dimostrando sempre grande capacità di mediazione, perspicacia ed umanità in un contesto complesso per una figura femminile: dai casi per le celeberrime schedature Fiat a quelli relativi alle Brigate Rosse e al fenomeno della lotta armata, dalla questione per un’organizzazione innovativa del sistema penitenziario e le lotte per le condizioni dei detenuti, ai diritti delle donne in merito ai salari e alle pari opportunità, al suo impegno istituzionale. In una attività che ha sempre perseguito la giustizia e la libertà, ma che ha anche assecondato la curiosità di sapere e la voglia di comprendere il cambiamento facendo chiarezza su nuovi scenari, a volte senza nessuno scopo operativo, solo per tentare di ragionare.

Polito all’inizio delle pagine dedicate a Bianca Guidetti Serra propone una citazione tratta dall’ultimo capitolo della autobiografia Bianca la rossa in cui l’autrice sostiene come nella vita le sia sempre piaciuto il fare, riportando al contempo il paradosso per il quale alla fine dei giochi quello che ciascuno di noi può effettivamente fare sia poco più del classico granello di sabbia.[1]  Scoprire il piacere del fare in un mondo che va un po’ dove vuole, né si lascia pilotare nel fluire degli eventi [2] è il monito che Bianca dà nell’ottica di rendersi conto della propria piccolezza, auspicando al raggiungimento di una consapevolezza che non deve lasciare intimorire bensì deve spingere all’operatività, all’azione.

Pietro Polito ricorda come la democrazia sia il file rouge che accomuna tutta la vita di Bianca; non intesa come concetto irraggiungibile, bensì come pratica continua per la configurazione di un’etica del discorso pubblico, composta dal pensiero di più individui che esercitano la democrazia insieme, senza sosta, in tutti gli ambiti della propria esistenza. La scrittura e riscrittura delle “regole” che accompagnano i rapporti culturali attraverso l’azione e la pratica creano cambiamento e nuovo valore per una comunità in una funzione operativa. Così Bianca, da donna, da avvocatessa, da partigiana, da attivista e da cittadina, si fa portatrice di un insegnamento fondamentale che ci mostra il lato concreto della democrazia: ci ricorda che il “potere” di un singolo si rivela nel momento in cui alla consapevolezza di essere niente più che un granello di sabbia [3] si affianca la certezza che tanti granelli di sabbia unendosi tra loro possono inceppare ingranaggi e meccanismi perversi [4], creando dighe, spiagge, deserti, in una unità che trova la forza nella pluralità.

Mi pare fondamentale sottolineare la caratteristica di sfida che il capitolo di Un’altra Italia dedicato a Bianca Guidetti Serra porta con sé: in questo particolare momento storico in cui vige l’individualismo, siamo tutti chiamati a riscoprire la democrazia. I giovani in particolare hanno il diritto di scoprire la bellezza del riconoscersi in qualcosa che scaturisce dalla partecipazione e dal coinvolgimento che crea comunità e cultura, con i fatti, oltre che con le idee.  

Sono molto grata di essere stata chiamata in maniera inaspettata a partecipare alla presentazione del libro. Vedo nel mio breve intervento, in quello degli altri e in generale in questa occasione di discussione, un piccolo ed importante raggiungimento dei valori di democrazia come pratica di cui Bianca è esempio concreto. Secondo me, seguendo il ragionamento di Pietro Polito e tenendo fede a quello di Bianca Guidetti Serra, la creazione di valore per una comunità passa attraverso la pratica e il coinvolgimento. Oggi mi auspico che questo coinvolgimento possa diventare virale, solo così si può attivare la democrazia. Concludo dicendo di lasciarvi coinvolgere dall’invito del libro di Pietro Polito ad accogliere la dimensione della discussione e del confronto anche con la storia, con il passato ed i suoi protagonisti, vincitori o vinti che siano. Un passato comune, non così distante e ancora quasi tutto da proiettare sul nostro presente, fatto di personaggi e personalità incredibili che inconsapevolmente ci sostengono e di cui dobbiamo trarre gli insegnamenti per crescere e mobilitarci oggi come cittadini attivi e come persone.

 

Note:

[1]B. GUIDETTI SERRA, Bianca la rossa, Einaudi, Torino 2009, pag.265

[2] ibidem

[3] ibidem

[4] ibidem

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